Ci sono posti da dove è difficile tornare con brutte fotografie. Specchi d’acqua, verdi colline, boschi e fenicotteri rosa, sono ingrendienti che fanno “facile” una foto naturalistica. Se poi in un posto ci si è nati fotografi allora si cerca sempre di tornare cercando ciò che non si era incontrato la volta prima.
Quando cominciai a scattare fotografie, riuscivo a portarmi con la vespa fin sopra l’isola Clodia e da li si apriva la grande radura paludosa della diaccia; quei tanti specchi che riflettevano il promontorio della antica Salebrum, Castiglione della Pescaia. Sotto i miei piedi, sapevo che quella collina ancora oggi chiamata isola era un tempo circondata dal mare, addirittura un porto degli Etruschi; quasi 2000 anni prima che il fango arrivasse all’abbazia.
Questa volta alla Diaccia ho incontrato un raggio di sole mattutino sul tronco di un pino; e i fenicotteri rosa sulla casa rossa Ximenes, riflessa sul padule della primissima mattina.
Scatti pubblicati nella galleria dedicata a Castiglione della Pescaia