Pomeriggio a Shangai. Il quartiere mezzogiorno della Maremma, il lato triste di marina o il lato povero che ritrova la sua ricchezza in ciò che non ha già esaurito.
Ho trascorso il gelido pomeriggio di ieri tra la spiaggia e le vie che si confondono ancora senza marciapiedi sotto la pineta. Il quartiere di Shangai da sempre così soprannominato per le baracche e per i colori sgargianti di un’ area che sembrava avere poco a che fare con quella borghese dell’oltre canale, è nato negli anni ’50 ospitando le case dei pescatori. Perchè il ponte ha sempre fatto da confine tra i villeggianti e i pescatori. E le sponde si sono sempre divise l’utilizzo tra le imbarcazioni piccole e sudice e il luna park, anch’esso polveroso come un villaggio del west.
Shangai, oltre il canale non ha mai goduto della spensieratezza della cementificazione, in mezzo alla pineta e soprattutto terra di confine con l’area protetta del parco poco più a sud oltre Principina. E allora i pescatori che diventavano pian piano villeggianti non hanno mai potuto sfogarsi più di tanto. Ognuno ha investito quello che poteva per raffazzonare ogni anno il proprio fazzoletto e renderselo appetibile per l’estate seguente, tra barbecue in strada, capanni di canoe e ciambelle, capannette che poco avevano a che fare con le verande delle ville in mattoncini di Marina. Un piccolo quartiere che ha sempre avuto un suo fascino proprio per il suo sforzo di sembrare vivo, raccontando le storie di tante famiglie.
La nuova Shangai che è sorta e sta sorgendo dopo il Porto, non è molto diversa da prima. La proporzione tra le sponde è sempre la stessa. Ed anche le aspirazioni dei proprietari che mirano alle domus romane e agli arredi di biscottini. Ma ogni nuovo cantierino sembra quasi ereditare l’anima delle baracche che le precedevano, muri solidi e pavimenti veri che però sorgono sempre sotto la pineta, in spazi disordinati e senza strade, divisi da recinsioni a misura di nano e barcollanti, proprio come le piazzole di un campeggio. I barbecue sono sempre davanti alla porta, talvolta in strada e ognuno cerca sempre la propria inedita distinzione sul colore delle facciate. Adornate da finestre a parallelogramma, feritoie, buchi tondi.
Il cuore di Shangai è attraversato da due stradine parallele che in futuro regaleranno a questa zona un viale degno di una località balneare elegante e che la Marina dell’oltre canale inviderà non poco: cresciuta con i suoi grattaceli alla distanza che avevano i cancelletti dei dirimpettai, si è ritrovata un corso sovrastato dai blocchi dei condomini e tappato dal parcheggio del porto. Non so se ci avete fatto caso, ma nel silenzio delle notti estive è dall’altra parte che ora suona la musica…
3 commenti su "Shangai, l’altra sponda di Marina"
9 Marzo, 2010 alle 12:22
Come si dice ..”Ma Ci sei o ci fai ?” Con questo articolo ci sei alla grande Giuliano ..ciao e buona nevicata !
11 Giugno, 2012 alle 17:07
attensione alle esse e alle zeta!
11 Giugno, 2012 alle 17:25
Hai ragione !