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Centro commerciale innaturale

Centro commerciale innaturale

Mezzogiorno di un non giorno qualunque nella mia città . Una passeggiata per provare un fisheye sulla camera.

Ho calpestato un tombino, il suono mi è sembrato rimbalzare sui mattoni delle mura medicee oltre i giardinetti. In quel momento ho avuto l’impressione che facesse eco e rompesse il silenzio in tutto il centro storico.

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Tris di spigolature

Tris di spigolature

Tre soggetti, tre frutti, tre colori. Ho perso poco tempo per ritrarre tre mucchi di prelibatezze del mio territorio: olive, melograni e coccole di cipresso. E’ il risultato della spigolatura dei miei 3 alberi preferiti.

Luci morbide e fondo legnoso, niente altro che il mio tavolo, dove si mangia senza tovaglia. Nel suo minimalismo il risultato mi entusiasma, un poster molto grafico dai colori accesi e naturali.

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Metri di distanza

Metri di distanza

In questi giorni di quarantena preventiva da Corona virus, credo che questo è il luogo più bello dove trascorrerla. Un esilio naturale così meraviglioso da sembrare un privilegio più di una limitazione; di quelle libertà  personali che davamo per scontate e che sono state minate dalla natura stessa.

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Interni di Toscana: Casa Montecucco

Interni di Toscana: Casa Montecucco

Casa Monte Cucco è un podere immerso in una valle che sembra tutta sua. Vicino a Ribolla e Massa Marittima, scavalcata una cortina di colline, si affaccia su un panorama che sembra ruotarle tutto intorno. Nascondendo il paese, la voragine delle ex miniere e il traffico della via Aurelia. Uno sperone appuntito dove secoli fa sorgeva un castello forse importante. Un’ambiente così protetto che posso sentire il ronzio provenire da dentro le arnie mentre scatto vicino ad un’enorme quercia.

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San Lorenzo: stesso tetto

San Lorenzo: stesso tetto

San Lorenzo: stesso tetto

Mai partecipato alla processione del Santo Patrono San Lorenzo così da vicino. In alto.

Mi sono reso contro che il santo avrebbe attraversato una prospettiva molto familiare, e lo avrebbe fatto perpendicolarmente avvicinandosi attraversando il corso. Fin sotto le finestre del sindaco. Portandosi dietro quella grata incandescente accessa dalla luminaria, la foglia di palma e il libro con su scritto “Dispersit dedit pauperibus

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Con i garofani negli occhi

Con i garofani negli occhi

Mi sono appassionato alla cronaca nera. Ma non quella contemporanea televisiva, quella del 1821. E’ la storia dietro questo scatto fotografico, una vicenda che mi ha coinvolto emotivamente, complice il caso fortuito che ha concluso la mia piccola ricerca.

In un giorno qualunque di giugno, abbandonata la vespa e fotocamera in spalla, mi sono addentrato nella boscaglia di valle rotana; ho risalito un antico tracciato di una strada medievale, oggi inghiottita dalla macchia. Sul percorso ho trovato una pietra miliare, di quelle che segnavano un tempo le distanze, unica traccia rimasta di una via di comunicazione in uso fino alla fine dell’800.
Sono qui per trovare un cippo con una croce di ferro: memoriale di un atroce massacro accaduto quasi due secoli fa.

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Conchiglia gialla

Conchiglia gialla

Sulla spiaggia basta percorrere qualche chilometro in più. Oltre la media della pigrizia, basta poco. Quando raggiungi un luogo inaccessibile ai mezzi motorizzati e superi a piedi questo confine, vedi la natura riprendersi lo spazio. E tanti dettagli cambiano, allontanandosi dalla persistente influenza dell’uomo.

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La nave nella foresta

La nave nella foresta

Sulle pendici del monte Leoni, ho inaugurato il restauro “filologico” della mia vespa primavera 125. Quando l’ho ritirata dall’officina avevo rammentato che non l’avrei trattata come un pezzo da museo. E infatti eccomi un paio di giorni dopo inerpicarmi tra le sassaie di questo monte, nei dintorni di Montorsaio.

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