Blog

Mattino ad Arcidosso

Mattino ad Arcidosso

Arrivare prima agli appuntamenti mi consente di inaugurare la memoria con qualche scatto non pertinente. Non mi piace arrivare sul posto con la scheda vuota e cominciare dai fotogrammi già  pianificati. Questi fuori programma prima di giungere sul posto rappresenta quasi un rituale che mi fa sentire meglio: un gesto per “rompere il ghiaccio” con l’otturatore e un auspicio che gli scatti seguenti saranno fortunati. Ecco perché spesso, non solo passo la giornata intera sul posto, ma cerco di arrivare in anticipo per dedicarmi un pò di tempo; come fosse un riscaldamento. CONTINUA…

La cala nascosta

La cala nascosta

Scordatevi l’itinerario. Dimenticate le istruzioni per arrivare in questa, che secondo me, è la cala più bella in Maremma. Trovata, persa e ritrovata a distanza di 2 anni. Una delle poche spiagge sabbiose tra gli scogli, un tuffo mozzafiato dalla panoramica dell’Argentario dal quale ho realizzato questo scatto al tramonto. A quest’ora, quando ormai la spiaggia è deserta, i raggi dell’ultimo sole e l’ombra della punta con i resti della torre spagnola, tagliano la baia in due mondi di luce. CONTINUA…

Modernità  tra le vigne

Modernità  tra le vigne

Trovo che questo scatto funzioni come analogia di questa città . Grosseto è una cittadina di provincia che si trova ad affrontare la modernità  in periodo di crisi, ma ha le sue radici (e valori) nelle colline e tra le vigne.

Questa è solo una rotonda, quella di Piazza La Marmora, che riproduce una vigna in miniatura ed un oliveto in un fazzoletto di città  immersa nel traffico. Trovo divertente la campagna pubblicitaria brillante e sofisticata che spunta tra la segnaletica, i ciclisti in rotatoria e i treni che sfrecciano costeggiando la via Aurelia. CONTINUA…

Archeologia industriale e archeologia

Archeologia industriale e archeologia

C’è un filo che lega questi scatti, dalle fabbriche abbandonate di Tivoli al maestoso corridoio sepolto della Domus Aurea nel centro della Capitale. Proprio sotto quelle ciminiere ottocentesche, vecchie industrie cartarie, c’era una centrale; e prima delle turbine idroelettriche che sfruttavano il tuffo dell’Aniene in pianura, c’era una polveriera e prima ancora una ferriera di cannoni napoleonica. CONTINUA…

Onda verde della Feniglia

Onda verde della Feniglia

Come un’onda sollevata dallo scirocco, il tombolo rigoglioso della Feniglia si getta nella laguna di Orbetello. Poco sopra la collina con la torre di Capalbio. Al termine dell’arco verde le villette di Ansedonia si godono la stessa vista sull’Argentario da 2.500 anni, quando nello stesso luogo sorgeva la Colonia di Cosa, 4° secolo a.C. Ho realizzato questo scatto dal bosco nei pressi del Convento dei Passionisti. CONTINUA…

Passaggi di frontiera: acqua e ferro

Passaggi di frontiera: acqua e ferro

Ecco alcuni scatti recenti. Tutti erano in altri tempi presidi di frontiera; delle vie di comunicazione d’acqua e di persone.

Un casello ferroviario, la casa del guardiano che monitorava il passaggio dei convogli regolando il traffico stradale e ferroviario; quando ancora si faceva manualmente azionando una leva e anche le più piccole strade scavalcavano la ferrovia. Tagliato fuori dalle nuove strade, oggi è un posto tranquillo sorpreso dagli urli violenti e sguaiati dell’alta velocità ; sulle rotaie che sfiorano il pozzo e fanno vibrare le panche realizzate con le traversine. Il profumo è quello dolce dei fiori e quello acre del legno trattato di nero. CONTINUA…

Resti di maniscalcia

Resti di maniscalcia

Dopo l’illustrazione sulla maniscalcia ho incontrato di nuovo il mestiere del maniscalco, o almeno di quel che resta. Ho realizzato un servizio fotografico negli interni di un negozio di zootecnia qui in Maremma. Tra cuscinoni, ciotole con timer, e magliettine glitterate con 4 maniche, è evidente che la domanda e il movimento di affari punta ormai sull’effimero degli animali da compagnia. CONTINUA…

Tute ignifughe e paglia

Tute ignifughe e paglia

Questo scatto è di un mese fa, è la corsa di carretti autocostruiti a Montiano. Se i piloti non si avvicinassero ai loro bolidi potrebbe sembrare la formula 1: caschi integrali, tute ignifughe, sponsor multinazionali, bottiglie di prosecco e supporters in mini gonna. CONTINUA…

« Pagina precedentePagina successiva »

Social

Ricerca