Si sa pochissimo di questo enorme casale semi fortificato sulla lingua di terra del tombolo della Giannella. Costruito intorno al 1500 come torre costiera di avvistamento e comunicazione dello stato dei presidi.
Come un faro, la torre faceva da ponte con segnali luminosi tra il forte delle saline poco più a nord e la torre di Peschiera di nassa, sul promontorio dell’Argentario. Nel settecento e ottocento fu trasformata evidentemente in un casale rurale fortificato, con una facciata che conserva uno stile tipicamente ispanico.
Comunque della torre originaria poco si sa e quasi nulla è rimasto, probabilmente inglobata nell’imponente struttura agricola che vediamo ancora oggi.
Arrivati sul post dalla SP della Giannella, ci trova di fronte ad una enorme quercia che ricorda quella del film “Non ci resta che piangere”. La facciata imponente con alla sommità una “coroncina” di 3 archi – che un tempo dovevano essere aperti – e quattro pinnacoli forse l’eredità spagnola dell’antica torre.
Ma la sorpresa è sul retro della struttura: un loggiato, e una elegante doppia scala che scende di fronte ad un viale; praticamente un corridoio diritto che arriva sulla laguna: ricorda una villa veneziana, quelle con l’accesso di favore ai canali. Una monumentalità che non riesco a immaginare ad uso di una fattoria.
Le notti di luna qui sono magiche. Ho avuto occasione anche di visitare il casale nel pieno della notte, con le luci di Orbetello specchiate sulla laguna, ed è uno spettacolo da non perdere.